AR e VR, mondi multiplayer, web 3.0: il Metaverso esiste già

AR e VR, mondi multiplayer, web 3.0: il Metaverso esiste già

Sapevate che il Metaverso ha anche un secondo nome, almeno per il 90% del suo significato?

No? Beh, ve lo sveliamo ora: parliamo di cyberspace, ovvero una rete di mondi virtuali e interconnessi, in poche parole la generazione di Internet con la quale stiamo già iniziando a convivere. 

Quello a cui si sta puntando è una vera e propria democratizzazione del web e di tutto ciò che finora vi era collegato. Ci stiamo infatti preparando ad un nuovo modo di navigare, in cui  chiunque voglia costruire un qualsiasi spazio in cui relazionare essenzialmente persone, luoghi e cose, potrà farlo.

Questo, grazie alla convergenza di più tecnologie, che vi elenchiamo di seguito.  

 

UNA REALTA’ ESTESA (XR): AR e VR  

Uno dei modi in cui l’utente oggi si ritaglia uno spazio all'interno di mondi tridimensionali è attraverso la realtà virtuale e/o la realtà aumentata, tecnologie raggruppate sotto l’XR (realtà estesa). Grazie a hardware specifici come occhiali professionali, visori e cuffie possiamo davvero parlare di interrelazione tra mondo fisico e mondo digitale.

Ma per capirci, diamo una breve definizione delle tecnologie.

Quando si parla di augmented reality (AR) ci si riferisce ad una versione “aumentata” della realtà, creata grazie all’uso della tecnologia, che aggiunge informazioni digitali sovrapponendole all’ambiente reale.

Per fare ciò la realtà aumentata si avvale dell’utilizzo di uno smartphone (o di un tablet), su cui è possibile scaricare un’applicazione AR (molte sono disponibili sugli store iOS e Android, come l’app di Ikea), oppure di sistemi più sofisticati, come i Google Glasses.

 

 

Quando parliamo invece di virtual reality (VR) s’intende una tecnologia capace di trasportarci in una realtà diversa da quella che stiamo vivendo. Questo avviene grazie a dei visori che, una volta indossati, sono capaci di isolare dal mondo e teletrasportare altrove.

 

 

La mixed reality è quindi l'unione di queste due tecnologie: la possibilità di mixare (appunto) mondo fisico e digitale, interagendo con elementi digitali nel mondo fisico oppure spostandosi in un mondo interamente tridimensionale.

Questo grazie all'uso di specifici visori, come il Meta Quest Pro presentato nell'ultimo Meta Connect.

 

 

Ovviamente, per arrivare ad una interrelazione fluida tra mondo fisico e digitale c’è ancora un po’ di strada davanti, ma quello che è certo è che i prezzi delle apparecchiature sono diminuiti, e tra pochissimo tempo gli avatar (ovvero le nostre rappresentazioni 3D all'interno dei mondi virtuali) saranno verosimili al 100%: riprodurranno fedelmente i movimenti del corpo, le espressioni facciali (proiettate addirittura dall’utente stesso), e addirittura le interazioni sociali. 

 

 

In ogni caso, ciò che ad oggi manca lo colma la tecnologia AR per il mobile, che sfrutta le fotocamere per elaborare e sovrapporre le informazioni necessarie, ad oggi presente su più di 6 miliardi di smart-phone ed utilizzata da 800 milioni di persone (pensiamo per esempio ai filtri di Instagram).  

Dicono che nel 2025 si arriverà a 1,7 miliardi. Sono tanti. 

 

UN NUMERO PERFETTO, IL 3.0: DAL WEB 2.0 AD UN WEB DEMOCRATICO

Che differenza c’è tra web 2.0 o 3.0? Facendo un passo indietro, nell’iterazione iniziale di Internet (Web 1.0), gli utenti leggevano o consumavano contenuti digitali creati da altri.

Con l’avvento del Web 2.0 gli utenti hanno potuto sia creare che consumare contenuti, ma le reti centralizzate continuavano a controllare la distribuzione degli stessi contenuti (pensiamo a Google, Meta, Apple, Amazon per esempio).

Nel Web 3.0 c’è un ulteriore passo avanti: gli utenti consumano, creano ma soprattutto possiedono contenuti; questo significa che le reti (e il denaro scambiato, sottoforma di crypto) diventano decentralizzate, grazie alla tecnologia blockchain, che sostituisce gli intermediari centralizzati e fornisce la fiducia che consente il consumo.

Questo nuovo tipo di economia è definita democratica: un concetto complesso ma non complicato, a cui si sta da tempo lavorando. Anche se siamo solo agli inizi, esistono circa 30 milioni di portafogli NFT, di cui 1 milione di portafogli attivi, che hanno speso circa 40 miliardi di dollari in acquisti NFT nel 2021.

Se volete approfondire il discorso, date un occhio a questo video:

 

UN’IMMERSIONE TOTALE: MULTIPLAYER WORLDS 

I mondi multiplayer, detti anche M-world, sono mondi virtuali che offrono ai brand la possibilità di raggiungere nuovi pubblici (in particolare, la Gen Z) tramite smartphone, tablet, browser per PC e cuffie AR o VR.

Ogni M-world (pensiamo per esempio a Nikeland su Roblox) è costruito per ospitare le proprie comunità virtuali e i propri contenuti, con il proprio modello di business e le proprie regole, e i propri modelli di monetizzazione (abbonamenti, acquisti in-app, pubblicità, ma anche nuovi strumenti che offrirà il metaverso).

Ma da dove derivano questi mondi multiplayer? Ancora una volta centra il gaming: molti giochi sono diventati veri e propri mondi virtuali integrando funzionalità e attrazioni per coinvolgere l’utente, come Fortnite (2017), che ha progressivamente incorporato concerti virtuali e strumenti per la creazione di mappe.

Grazie a nuove applicazioni già in corso di costruzione, come Horizon Worlds di Meta, Omniverse di Nvidia, e Mesh di Microsoft (che si integrerà con i più noti software Microsoft, come Teams) i mondi multiplayer saranno sempre più sviluppati, coinvolgenti e accessibili. Perché siamo sicuri di un loro vicino successo? Per 6 loro caratteristiche: 

 

Schermata 2022-10-13 alle 23.34.51

 
PERCHE’ UN’AZIENDA DOVREBBE INVESTIRE IN QUESTE TECNOLOGIE? 

Semplice: perché questa convergenza di tecnologie sarà sempre più utile ai loro consumatori. Permetterà loro di fare acquisti (fisici e virtuali) in nuovi modi, immediati e personalizzati.

Gli stessi consumatori potranno inoltre partecipare a esperienze esclusive come concerti ed eventi organizzati dal brand, dove potranno conoscere intere comunità con i loro stessi interessi e affezionarsi ancora di più ad uno stile di vita e ad un mood veicolato dall’azienda non solo attraverso i social ma attraverso un vero e proprio nuovo mondo.

In poche parole, perché non sarà solo il cliente ad essere al primo posto, ma anche la sua esperienza con il brand. Per approfondire ulteriormente, ti rimandiamo a questo articolo su come costruire una strategia di marketing per il metaverso.

 

APPROCCIARE A QUALCOSA CHE NON SI CONOSCE: SPERIMENTARE

Tutto bello, ma da dove si inizia, quindi? Muoversi nel mondo virtuale senza prima conoscerlo, è un po’ rischioso, se non inutile. Ecco perché le aziende dovrebbero iniziare a sperimentare e familiarizzare con il metaverso, in alcuni semplici modi:

  • Acquistate visori e organizzare sessioni dimostrative, grazie a team di esperti o appassionati e a incontri regolari tra loro, traendone dati e casi studio.
  • Investire in prototipi e nuovi hardware
  • Assumere nuovi talenti, compresi quelli con interesse e esperienza per l'XR e per il metaverso.
  • Rendere pubblico l’interesse: comunicare all'esterno che il metaverso non è più uno sconosciuto per il brand, condividendo ciò che si sta facendo.
  • Costruire partnership: il metaverso sarà un ecosistema, iniziare a costruire connessioni ora ha un valore a lungo termine. 

Traendo le dovute conclusioni, il Metaverso non è tutta una novità, ne deriva che non tutto farà paura ad un brand o ad un suo acquirente. Non è facile definirlo ma non è nemmeno difficile capire cosa già esiste. Qui vi abbiamo offerto una panoramica di cosa sta già convergendo, e di cosa invece è in fase di sviluppo, ma per ulteriori approfondimenti siamo a disposizione.

 

New call-to-action

 

Pubblicato il 14 ottobre 2022