Brand Experience? Passa allo storyliving

Brand Experience? Passa allo storyliving

A brand is experience: il legame tra acquisti ed emozioni è ben documentato e oggi, più che mai, le aziende hanno la necessità di mettere al centro non tanto il prodotto, ma il consumatore e, più precisamente, le sue esperienze. Cambiano i media, si evolvono i loro linguaggi e cambia l’approccio che i Brand adottano per raccontarsi alle loro comunità di consumatori e utenti. 

La tecnologia ridefinisce il modo di relazionarsi. Oggi, più che mai, il consumatore non è più fedele come un tempo e più che il prodotto materiale, a determinare molte scelte e decisioni di acquisto è l’esperienza che il consumatore può sperimentare con un Brand e con i suoi marchi. Un modo per farlo è di passare dalla semplice narrazione alla costruzione di veri e propri copioni, nei quali la persona possa ritagliarsi un suo ruolo (vivente – living) da protagonista. Ecco che questi nuovi comportamenti suggeriscono l’abbandono di vecchie e consolidate consuetudini, il superamento di approcci e strategie di marketing tradizionali per facilitare l’esperienza emozionale, fisica del Brand.

Da storytelling a storyliving. Raccontare una storia, serve a trasmettere il DNA di un Brand, la sua essenza e i suoi valori. Le narrazioni vengono fatte attraverso canali di comunicazione scelti per la loro capacità di coinvolgere le target audience di riferimento e con linguaggi specifici perché, il linguaggio è in continua evoluzione e segue i cambiamenti che avvengono. Proprio per questo lo Storytelling si sta evolvendo in una forma più progredita del raccontare storie. Storytelling e Storyliving raccolgono la sfida di un consumatore che non si accontenta più di un messaggio promozionale, ma vuole verificare nei racconti e nei fatti la bontà di un Brand aggiungendo, nel secondo caso, la possibilità di interagire con la storia; sarà infatti l’utente il protagonista e colui che potrà variare il racconto in base alle sue scelte.

Storie come esperienze. Le storie che compongono una narrazione possono essere raccontate o nascere dall’incontro e dalle esperienze che ogni consumatore ha con un Brand. Nel primo caso si può ricorrere ad abili Storyteller capaci di creare interesse, catturare l’attenzione e scatenare sentimenti ed emozioni. Nel secondo caso si creano contesti nei quali attirare comunità e gruppi di consumatori per esperienze multidimensionali dai molteplici significati, percorsi e coinvolgimenti. L’obiettivo finale è il coinvolgimento del consumatore-utente con modalità differenti. 

Non solo nuove generazioni. L’evoluzione dello storytelling in storyliving interessa tutti i Brand, non solo quelli che si rivolgono a generazioni di consumatori giovani. Sicuramente i nativi digitali sono i più difficili da raggiungere perché da sempre abituati ad un rumore di fondo che riempie ogni loro attività on e off line. Millenial e generazioni Z stanno cambiando il mercato del marketing, sono sempre meno fedeli alle Marche e a interessarli non è più necessariamente il prodotto ma, le esperienze che possono nascere da nuove forme di interazione e di ingaggio. Questo cambiamento non dev’essere vissuto dai Brand come una difficoltà di raccontarsi ma come un’opportunità emergente.

Il ruolo della realtà virtuale nello Storyliving. Un ruolo particolare nello storyliving lo può giocare la Realtà Virtuale che mette, al centro, nella forma di avatar digitali senza corpo, gli utenti facendoli sentire in pieno controllo degli ambienti che andranno ad esplorare. Partecipazione attiva, curiosità di scoprire, concentrazione elevata e nuove esperienze, sono gli ingredienti per coinvolgere, innescare reazioni emotive e nuove forme di partecipazione. La realtà virtuale non è un contenuto fine a sé stesso ma una strategia che potrà inizialmente attrarre alla prova dell’esperienza, arrivando alla piena gratificazione se quanto vissuto è emotivamente coinvolgente e coerente con i valori distintivi del brand stesso. 

 

 

 

 

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Pubblicato il 28 novembre 2019