Covid-19 e VR: quando la tecnologia abbatte i limiti spazio-temporali

Covid-19 e VR: quando la tecnologia abbatte i limiti spazio-temporali

Come può questa situazione di emergenza, che sta mettendo in ginocchio moltissime aziende, diventare un’opportunità di crescita? In questi ultimi giorni ci siamo trovati, inevitabilmente, a ragionare sull’argomento. Ecco le nostre riflessioni.

Questa crisi ci sta aiutando a ripensare il nostro modo di lavorare e di fare business.

Da quando è nata l’emergenza Coronavirus leggiamo su internet che negli atenei lombardi ci si laurea via Skype, che lo smart working non è più un’utopia, che piattaforme come Hangouts, Drive e Slack hanno avuto picchi d’utilizzo mai visti prima; da qui il detto di necessità virtù. E anche l’inquinamento è stato notevolmente ridotto. Ma cosa accadrà in futuro? L’emergenza Coronavirus ci ha fatto riflettere molto. Se dagli educatori parte l’input di non volersi fermare, sperimentando sistemi di formazione a distanza (non sapendo per quante settimane potrebbe durare l’emergenza), anche nelle aziende, e in tutte le situazioni dove la presenza fisica sembra fondamentale, il nostro modo di lavorare dovrebbe cambiare, con un approccio meno diffidente nei riguardi delle nuove tecnologie e una mentalità risolutiva che coglie l’occasione per ingegnarsi e ripartire.

No panico e pensare ad una strategia per ripartire.

Se nel campo degli studi si può sperimentare, le aziende piccole o grandi che siano devono fare i conti con il non potersi mai fermare. Come faccio se non posso andare ad un appuntamento? Come posso tutelare i miei collaboratori che ogni giorno devono spostarsi e incontrare persone? La dice lunga l’articolo di ieri del Sole 24 Ore che apre col titolo: “incubo default per il 10% delle imprese”.

Il problema è la presenza fisica.

Quarantene, zone rosse, fiere re-inviate dal Salone del Mobile al Vinitaly, appuntamenti cancellati; è questo l’impatto devastante su un’economia fatta di relazioni, viaggi in aereo, incontri personali, riunioni e si, anche strette di mano. Ma cos’hanno in comune tutte queste attività? Tutte hanno bisogno della presenza fisica. Ma cosa possiamo fare? Isolarci per sempre e utilizzare solo la tecnologia? Perdere il calore della relazione umana e dimenticarsi dell’empatia di un colloquio one to one? Niente di tutto ciò ma, se utilizzata con intelligenza, questa tecnologia potrebbe risolvere parecchi problemi nei casi di emergenza e dare parecchi vantaggi nel quotidiano vivere.

E se la presenza fisica non fosse più un problema?

Provate a immaginare: sono mesi che aspettate di poter incontrare un fornitore all’estero per presentare l’azienda e i vostri prodotti ma, non vi fanno imbarcare. I voli da e per l’Italia sono stati soppressi e l’evolvere sulla situazione crea incertezza e confusione. Cosa succederebbe se quell’appuntamento venisse programmato con un incontro virtuale all’interno del vostro showroom? E ancora, cosa accadrebbe se, grazie al 5G e all’evolversi della tecnologica vi incontraste veramente in uno spazio virtuale con la possibilità di interagire tanto quanto in presenza fisica? Oppure se la formazione del personale o la comunicazione commerciale venisse svolta tramite un visore, senza muovere oggetti e persone? Un’utopia? Anche lo smart working sembrava esserlo ma probabilmente con quest’emergenza mondiale, d’ora in poi, lo smart working e le tecnologie che abbattono le distanze avranno un ruolo diverso nelle nostre vite e apriranno a scenari di prospettive interessanti, oltre l’emergenza.

Cosa stiamo dicendo?

Stiamo dicendo che, vista la condizione straordinaria nella quale ci troviamo, possiamo cercare di rimanere rispettosi di quanto sta accadendo e con responsabilità sociale attenerci alle direttive messe in atto per limitare al massimo il propagarsi del virus ma, possiamo altresì prenderci il tempo per ragionare, aprire la mente e immaginare come, queste nuove tecnologie potrebbero favorirci nei prossimi mesi e in quelli a venire. Noi l’abbiamo fatto con il nostro business, la realtà virtuale, cercando di cogliere in questa emergenza una possibilità di crescita. Un modo di sfruttare questa tecnologia a vantaggio dell’essere umano, delle aziende e anche del nostro pianeta.

Pubblicato il 4 marzo 2020