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Meno rischi, più competenze: il laboratorio virtuale che rivoluziona la formazione

La formazione in laboratorio non è un semplice aggiornamento professionale: è una parte fondamentale della sicurezza.
Negli istituti di ricerca e nei laboratori scientifici, ogni procedura deve essere eseguita con precisione assoluta. Un singolo errore può mettere a rischio persone, risultati e interi progetti. Ma come garantire una formazione davvero efficace, pratica e soprattutto sicura, senza esporre operatori e ricercatori a rischi reali?


Oggi, sempre più centri di ricerca riconoscono il limite della formazione tradizionale — affiancamento, osservazione, simulazioni su banco — e cercano soluzioni che offrano esperienze operative realistiche in contesti ad alto rischio.




Perché usare la realtà virtuale nella formazione in laboratorio


La realtà virtuale (VR) sta diventando uno strumento strategico nella formazione tecnico-scientifica.
Grazie alle simulazioni immersive, è possibile ricreare ambienti complessi e procedure ad alta criticità, permettendo agli utenti di esercitarsi senza alcun rischio biologico o operativo.



I vantaggi principali della VR nella formazione scientifica


La VR permette di:




  • ridurre i rischi durante l’addestramento;

  • standardizzare le procedure in modo preciso e replicabile;

  • migliorare la sicurezza in laboratorio con scenari controllati;

  • monitorare e tracciare le performance attraverso dati oggettivi;

  • ridurre i costi di formazione eliminando sprechi di materiali e affiancamenti ripetuti;

  • offrire una formazione scalabile, personalizzabile e misurabile.


In VR, l’errore diventa parte del percorso formativo: può essere ripetuto e analizzato senza alcuna conseguenza sul laboratorio reale.




Caso studio: IZS VR, la formazione scientifica entra nella realtà virtuale


Un esempio concreto di applicazione della VR in ambito scientifico è IZS VR, il progetto sviluppato da Digital Mosaik per l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”.


Pensato per la formazione di ricercatori e tecnici di laboratorio, il sistema riproduce in un ambiente virtuale tridimensionale la procedura di identificazione del virus della Febbre della Rift Valley.


Gli utenti possono esercitarsi su ogni fase del protocollo in totale sicurezza:




  • vestizione e utilizzo dei DPI,

  • gestione delle strumentazioni,

  • manipolazione dei campioni,

  • risposta a criticità e situazioni di emergenza.


Il percorso formativo è suddiviso in 4 macro-moduli, disponibili in due modalità:




  • Training — con istruzioni visive, vocali e supporti guidati;

  • Test — per verificare l'autonomia dell’operatore senza suggerimenti.


Ogni azione — movimento, scelta o richiesta di aiuto — viene tracciata da un Learning Management System (LMS) integrato.
Il sistema assegna punteggi, fornisce feedback personalizzati e consente di misurare in modo oggettivo le competenze acquisite.





Dalla simulazione all’impatto reale sulla sicurezza in laboratorio


IZS VR dimostra come la realtà virtuale nella formazione scientifica non sia una semplice innovazione tecnologica, ma un vero e proprio asset strategico.


Grazie alla VR, gli istituti possono:




  • migliorare il livello di sicurezza in laboratorio,

  • aumentare la preparazione del personale tecnico-scientifico,

  • ottimizzare i tempi di apprendimento,

  • garantire la qualità e la ripetibilità delle procedure.


In un settore in cui precisione e sicurezza sono essenziali, la realtà virtuale rappresenta un investimento concreto in competenza, consapevolezza e protezione degli operatori.



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