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Crafting tomorrow's Digital Experiences
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Come la realtà virtuale può avvicinare i giovani alla legalità




In un’epoca in cui la soglia dell’attenzione si misura in secondi e il linguaggio visivo ha superato quello verbale, riuscire a comunicare con le nuove generazioni è una sfida sempre più complessa. Per chi lavora nel campo dell’educazione civica, della prevenzione o della promozione sociale, la domanda è urgente: come trasmettere valori come il rispetto delle regole, la legalità, il ruolo delle istituzioni in modo efficace e coinvolgente ai giovani?

Nuovi strumenti, stesso obiettivo: educare alla cittadinanza


La tecnologia offre oggi nuove possibilità comunicative: tra queste, la realtà virtuale (VR) e il gioco interattivo si stanno rivelando strumenti particolarmente efficaci per entrare in connessione con i ragazzi: non sono soltanto “accattivanti”, ma rappresentano vere e proprie forme di apprendimento esperienziale, capaci di stimolare il pensiero critico, l’empatia e la consapevolezza civica.

Quando un ragazzo indossa un visore VR, entra in un ambiente che può simulare situazioni complesse, porre sfide morali, insegnare regole, il tutto senza prediche e con il linguaggio che gli è più familiare: quello del gioco, della scoperta, del coinvolgimento attivo.




Legalità, autorità e fiducia: una nuova narrazione


Uno degli ostacoli principali nella comunicazione istituzionale con i più giovani è spesso legato alla percezione distorta delle figure di autorità. Polizia, istituzioni pubbliche e forze dell’ordine sono talvolta viste come entità distanti o punitive. È qui che le tecnologie immersive possono fare la differenza. Attraverso esperienze costruite su misura, le autorità possono "entrare nel mondo" dei ragazzi, usando codici narrativi e visivi vicini al loro quotidiano. Non si tratta di “banalizzare” il messaggio, ma di ricalibrarne il canale: per essere autorevoli, non serve alzare la voce, ma saper parlare la stessa lingua.


Il caso Pathway Legend: la realtà virtuale per l’educazione civica attiva


Un esempio concreto di questo approccio è Pathway Legend, un serious game in realtà virtuale sviluppato per i laboratori educativi PL Kids della Polizia Municipale di Soragna e Busseto (Emilia-Romagna). Il progetto nasce da una precisa esigenza: intercettare l’interesse dei ragazzi tra i 10 e i 15 anni e coinvolgerli in modo attivo su temi come la sicurezza stradale, l’uso consapevole della tecnologia e il rispetto delle regole.




Come funziona?


I partecipanti, grazie a un visore VR, entrano in un mondo virtuale dove, nei panni di pedoni, ciclisti o conducenti, affrontano sfide ambientate in scenari realistici. Devono rispettare la segnaletica, evitare comportamenti pericolosi, rispondere a quiz e prendere decisioni rapide. Tutto questo mentre giocano e competono, imparando senza neanche accorgersene. Ma Pathway Legend fa molto di più. Integra riferimenti reali al territorio locale, valorizza la presenza e il ruolo della Polizia Municipale, e crea momenti di dialogo concreto tra ragazzi e autorità. È un’esperienza che rafforza la fiducia, stimola il confronto e costruisce un ponte tra generazioni e ruoli sociali.

Un nuovo modello di comunicazione pubblica


Pathway Legend rappresenta un modello replicabile per tutte quelle realtà istituzionali — dai comuni alle scuole, dalle forze dell’ordine, agli enti di promozione civica — che vogliono sperimentare nuovi linguaggi e nuove tecnologie per comunicare con i cittadini più giovani. Sviluppare iniziative di questo tipo significa fare prevenzione in modo efficace, promuovere la cultura della legalità in maniera autentica, e restituire centralità al concetto di cittadinanza attiva.

In un tempo in cui la distanza tra istituzioni e società rischia di ampliarsi, la tecnologia può aiutarci a ricucire il tessuto civico, una missione educativa alla volta.

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